Maserati continuerà a sviluppare e produrre le sue vetture in Italia. È questa la risposta del gruppo Stellantis e del suo ceo Carlos Tavares alle recenti critiche scoppiate con il governo Meloni, proprio sulla questione ‘dell’italianità’.
LEGGI ANCHE: “Gli incentivi di Stellantis per l’auto-congedo arrivano anche negli Usa. L’invito è per 6.400 lavoratori”
“Guidati dal nostro cuore modenese, stiamo avanzando a pieno regime per guidare il cambiamento verso l’elettrificazione, con la versione 100% elettrica di due dei nostri modelli iconici già in commercio e un altro modello in arrivo quest’anno”, ha affermato Davide Grasso, ceo di Maserati.
“Offriremo ai nostri affezionati clienti le Maserati più potenti di sempre, spingendoci oltre i confini del piacere di guida, in una nuova era. Con la nostra visione e il nostro piano strategico a lungo termine vogliamo lasciare un segno nel mondo del lusso grazie all’eccellenza manifatturiera italiana, puntando costantemente su una qualità distintiva e costruendo il nostro futuro con un modello di business dedicato, per garantire ai clienti i prodotti migliori che riflettono i valori della Casa del Tridente”, ha aggiunto.
Con la sua GranTurismo Folgore, Maserati è il primo marchio italiano a competere in Formula E, dove ha debuttato nel 2023. GranCabrio Folgore, invece, verrà lanciata quest’anno, subito dopo la sua versione con motore a combustione. Il percorso verso l’elettrificazione della società proseguirà nel 2025 con la nuova MC20 Folgore, il nuovo large E-UV BEV nel 2027 e la nuova generazione di Quattroporte BEV nel 2028. In questa direzione, lo storico stabilimento di Modena, dove attualmente vengono prodotte la MC20 e la MC20 Cielo, farà presto spazio alla produzione della versione Folgore della supersportiva più desiderata.
LEGGI ANCHE: “La Maserati rinnova la GranTurismo in una versione completamente elettrica”
La notizia di Maserati si inserisce in un contesto molto particolare e delicato, acceso dallo scontro a distanza tra il governo Meloni e Carlos Tavares, ceo di Stellantis, sugli incentivi statali a favore delle aziende italiane. Questione già più volte affrontata e discussa ai tempi della Fiat e della sua decisione di delocalizzare le sua attività al di fuori dell’Italia. Argomento toccato, in modo diverso e molto animato dalla premier Giorgia Meloni che, criticata da Repubblica per la sua decisione di iniziare a privatizzare alcuni colossi italiani (cedendo parte delle quote statali), come Poste Italiane o Eni, ha risposto, in un’intervista su Rete 4, con un attacco frontale alla famiglia Agnelli, proprietaria del giornale, oltre che maggiore azionista, con la sua holding Exor, proprio di Stellantis.
“Mi ha fatto un po’ sorridere l’accusa arrivata da Repubblica, con una prima pagina sull’Italia “in vendita”. Che quest’accusa venga dal giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e l’hanno ceduta ai francesi, hanno trasferito all’estero sede legale e sede fiscale, hanno messo in vendita i siti delle nostre storiche aziende italiane… Non so se il titolo fosse un’autobiografia però, francamente, lezioni di tutela di italianità da questi pulpiti, anche no”, ha detto la premier italiana.
La risposta di Carlos Tavares, ceo di Stellantis, è arrivata l’indomani in un incontro con la stampa nello stabilimento di Atessa per celebrare i risultati di Stellantis Pro One, la branca di veicoli commerciali del gruppo. “Abbiamo più di 40mila dipendenti in Italia che lavorano molto duramente per adattare l’azienda alla nuova realtà secondo quanto deciso dai politici e che sono pieni di talento. Non credo che i dipendenti italiani abbiano apprezzato questi commenti. Non credo che sia corretto nei loro confronti”.
Poi l’altra stoccata: “Abbiamo chiesto al governo di sostenerci nella produzione di veicoli elettrici. Vogliamo raggiungere il traguardo di un milione di veicoli prodotti, ma dobbiamo avere sostegni alla produzione. Da nove mesi chiediamo un sostegno per la vendita di veicoli. Vorrei ringraziare il governo che lancerà a febbraio incentivi, ma abbiamo perso nove mesi e molti volumi. Se avessimo avuto subito gli incentivi, Mirafiori avrebbe potuto produrre di più. L’Italia spende molto meno di altri Paesi europei per sostenere i veicoli elettrici e la conseguenza è che noi perdiamo volumi e produzione, proprio quando il governo vuole raggiungere 1 milione di veicoli prodotti nel Paese”, ha aggiunto Tavares.