Musk ha perso 27 miliardi di dollari giovedì, ma resta comunque molto più ricco di quanto fosse prima di appoggiare Trump.
Il conflitto tra Elon Musk e Donald Trump gli sta già costando caro: giovedì la fortuna di Musk è crollata di 27 miliardi di dollari, a causa di un calo del 14% delle azioni Tesla, mentre i due si attaccavano pubblicamente in un acceso botta e risposta. Tuttavia, nonostante questa rottura amara – che molti avevano previsto come inevitabile – Trump si è comunque rivelato un ottimo affare per Musk.
L’uomo più ricco del mondo è infatti ancora 145 miliardi di dollari più ricco rispetto a prima del suo endorsement per Trump, avvenuto lo scorso luglio, con un patrimonio netto che al 7 giugno alle 16 (ora di New York) ammonta a 394 miliardi di dollari. È anche 129 miliardi più ricco rispetto al giorno dell’elezione di Trump.
Il boom e il crollo di Tesla post-elezioni
Dopo aver speso quasi 300 milioni di dollari per sostenere la campagna elettorale di Trump lo scorso novembre, la capitalizzazione di mercato di Tesla ha raggiunto il massimo storico di 1.500 miliardi di dollari a dicembre, spinta da quello che è stato ampiamente definito un “Trump Bump”, dovuto all’accesso pressoché senza precedenti che Musk ha avuto al presidente. A novembre, Trump aveva annunciato l’intenzione di affidarsi a Musk per “spianare la strada alla mia Amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, eliminare regolamentazioni superflue, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali”, definendo questo progetto “essenziale per il movimento Save America.”
Ma da quel picco di dicembre, la valutazione di Tesla è crollata di oltre un terzo, scendendo a circa 950 miliardi di dollari (dato aggiornato a venerdì 7 giugno, ore 16), a causa delle preoccupazioni degli investitori per le distrazioni di Musk nel suo ruolo alla guida del neonato Department Of Government Efficiency (DOGE) – creato insieme a Trump – e per il forte contraccolpo generato dai suoi tagli aggressivi durante i 130 giorni passati a capo del dipartimento, da cui è uscito il 30 maggio. (Le azioni Tesla sono comunque rimbalzate di quasi il 4% venerdì).
Nonostante il calo recente, il prezzo delle azioni Tesla resta comunque quasi il 20% più alto rispetto a quando Musk ha dato il suo appoggio a Trump. Questo significa che la sua quota del 12% circa in Tesla (escludendo le stock option) vale oggi 121 miliardi di dollari, ovvero 18 miliardi in più rispetto al giorno dell’endorsement. Il valore delle stock option di Musk su Tesla è aumentato di altri 6 miliardi, raggiungendo i 41 miliardi. (Forbes ha però dimezzato la stima di queste opzioni lo scorso gennaio, dopo che un giudice del Delaware ha annullato l’assegnazione del pacchetto di premi performance del 2018. Musk ha fatto appello).
Gli asset più redditizi di Musk
Secondo l’analista di Wedbush Dan Ives, il conflitto aperto tra Musk e Trump ha spaventato gli investitori di Tesla, che temono possibili ripercussioni sul piano regolatorio in ambito di guida autonoma durante i prossimi anni, sotto l’amministrazione Trump.
Come cofondatore di sette aziende, Musk ha comunque parzialmente protetto la propria fortuna da eventuali scossoni su Tesla, che resta però il suo asset principale. Ha guadagnato circa 71 miliardi di dollari nell’ultimo anno soprattutto grazie all’aumento di valore di SpaceX, la sua società spaziale privata, valutata a 350 miliardi nell’ultima offerta di acquisto di dicembre, quasi il doppio rispetto alla scorsa estate, probabilmente anche grazie ai legami rafforzati con l’amministrazione Trump.
La quota del 42% che Musk detiene in SpaceX vale ora 147 miliardi di dollari. Tuttavia, come Tesla, anche SpaceX – che ha la NASA tra i suoi principali clienti – è potenzialmente soggetta agli umori del presidente in carica.
Fortunatamente per Musk, c’è anche xAI Holdings, nata lo scorso aprile dalla fusione della sua azienda di intelligenza artificiale xAI con il social network X, in un’operazione che ha valutato la nuova società combinata 113 miliardi di dollari. Da quell’accordo – e dai vari round di finanziamento precedenti – la quota di Musk nelle due società ha guadagnato 45 miliardi, arrivando a valere 66 miliardi.
A questi si aggiungono poi Neuralink (startup per l’interfaccia cervello-computer) e Boring Company (per la costruzione di tunnel), che insieme – secondo Forbes – valgono altri 12 miliardi.
In breve: Musk dovrebbe stare tranquillo qualunque cosa accada durante i quattro anni di presidenza Trump. E ha un arsenale finanziario ben più ampio, nel caso lo scontro con Trump dovesse trasformarsi in guerra aperta. Musk è 72 volte più ricco di Trump, il cui patrimonio è stimato in 5,5 miliardi di dollari. Non che questo lo renda più indulgente. “Senza di me”, ha scritto Musk su X, “Trump avrebbe perso le elezioni”.