Il secondo panel dell’evento “Italia 2035”, promosso da Forbes Italia e moderato dal direttore Alessandro Mauro Rossi, ha messo al centro del dibattito tre temi chiave per il futuro del Paese: lavoro, previdenza e welfare. Un confronto di alto profilo tra istituzioni, professionisti e rappresentanti delle principali casse di previdenza, che ha fatto emergere le sfide strutturali di un sistema che necessita di essere riformato con visione e coraggio. Il tema dell’invecchiamento demografico, l’evoluzione del mercato del lavoro e la sostenibilità dei sistemi previdenziali sono stati affrontati con uno sguardo concreto, aperto all’innovazione ma attento alla coesione sociale.
Il Vicepresidente della Corte costituzionale, Luca Antonini, ha aperto il dibattito con un’analisi di sistema: “Il lavoro è uno dei pilastri costituzionali su cui si fonda la Repubblica. Ma se non c’è previdenza, se non c’è sicurezza sociale, quel patto rischia di rompersi“. Ha richiamato l’urgenza di ripensare la solidarietà intergenerazionale in un contesto in cui la popolazione anziana cresce e quella attiva si riduce. Antonini ha anche evidenziato il pericolo di una frattura sociale tra generazioni, che potrebbe compromettere le basi della coesione democratica del Paese.
“Non possiamo più pensare alla previdenza come a un semplice sistema di erogazione economica”, ha affermato, “ma come a un pilastro di stabilità sociale, da aggiornare con coraggio e responsabilità“. Ha infine sottolineato il valore costituzionale del principio di sussidiarietà, invitando a rafforzare il ruolo delle autonomie sociali, come le casse di previdenza professionali.
Diego Buono, Presidente della Cassa Geometri, ha portato la voce dei liberi professionisti, spesso esclusi dal dibattito pubblico sul welfare. “Noi gestiamo in autonomia risorse, previdenza e assistenza. Siamo parte integrante del sistema e possiamo contribuire alla sua evoluzione con modelli virtuosi“. Buono ha sottolineato come le casse professionali possano rappresentare un laboratorio di innovazione per strumenti di protezione integrativa, promuovendo sostenibilità e responsabilità individuale.
“Le nostre esperienze dimostrano che è possibile garantire equilibri finanziari senza rinunciare a strumenti di tutela avanzati e moderni. Abbiamo introdotto misure di supporto per le giovani generazioni e iniziative di welfare attivo che valorizzano la formazione continua e la sicurezza professionale“, ha spiegato Buono. Ha inoltre posto l’accento sull’importanza della diversificazione degli investimenti, sulla necessità di un sistema normativo più stabile e sulla centralità del dialogo istituzionale.
Gabriele Fava, Presidente dell’INPS, ha rimarcato il bisogno di una nuova narrativa sulla previdenza pubblica. “Spesso l’INPS è percepita come un ente distante, burocratico. Ma la nostra missione è sociale: garantire continuità e protezione nei momenti cruciali della vita delle persone“.
Fava ha indicato nella digitalizzazione dei servizi, nella semplificazione delle procedure, e nel rafforzamento della comunicazione istituzionale le chiavi per ricostruire fiducia e trasparenza. “La tecnologia non deve solo rendere tutto più veloce, ma anche più umano. Serve una PA capace di dialogare con le persone, di accompagnarle, non solo di gestirle“. Ha inoltre richiamato la necessità di una visione intergenerazionale: “Dobbiamo evitare che il nostro sistema diventi insostenibile per chi oggi ha meno di 35 anni. La previdenza deve essere un diritto certo anche per i lavoratori del futuro“.
Il Vicepresidente di ENPAV, Gianni Mancuso, ha raccontato l’esperienza della previdenza veterinaria, ponendo l’accento sulla capacità di adattamento e sulla visione inclusiva. “Abbiamo messo in campo strumenti di sostegno al reddito, tutela della salute mentale e supporto alle giovani professioniste, che oggi rappresentano la maggioranza dei nuovi iscritti“.
Mancuso ha evidenziato la necessità di integrare il welfare professionale con strumenti di welfare pubblico, soprattutto in un mercato del lavoro sempre più frammentato e fluido. “La previdenza deve evolversi come sta cambiando il lavoro: più mobile, più ibrido, più fragile. Servono risposte elastiche e su misura“. Ha inoltre raccontato l’impegno dell’ente nel sostenere i colleghi nelle fasi di difficoltà economica, nella conciliazione tra vita e lavoro e nella prevenzione sanitaria: “Un ente di previdenza deve essere oggi anche un presidio di benessere sociale“.
Antonio Misiani, Senatore della Repubblica, ha fatto appello alla politica per una visione strutturale: “Il nostro sistema è squilibrato. Occorre una riforma fiscale che favorisca il lavoro e una previdenziale che premi la partecipazione attiva e continuativa“. Misiani ha sottolineato come la sfida non sia solo economica ma culturale.
“Abbiamo una demografia che ci mette davanti a un bivio. O cambiamo approccio ora, o rischiamo di costruire un sistema insostenibile per i nostri figli“. Ha inoltre lanciato un appello a superare la frammentazione delle misure di welfare e costruire un modello integrato, inclusivo e capace di accompagnare i cittadini lungo l’intero ciclo di vita lavorativa. “Dobbiamo investire nel lavoro femminile, nella transizione ecologica e nella formazione continua. Non è solo una questione di numeri: è una questione di giustizia sociale“.
A chiudere il panel, Luigi Pagliuca, Presidente della CNPR (Cassa Ragionieri), ha evidenziato come le casse private possano giocare un ruolo cruciale nell’equilibrio complessivo del sistema. “Abbiamo dimostrato di poter gestire in modo efficiente risorse e servizi, con attenzione agli investimenti etici e alla sostenibilità finanziaria di lungo periodo“.
Pagliuca ha chiesto maggiore integrazione tra sistemi pubblici e privati, proponendo un tavolo permanente di confronto tra INPS, casse professionali e governo. “La previdenza integrativa non è un lusso: è un pezzo essenziale del nuovo welfare“. Ha anche avanzato la proposta di incentivare la previdenza complementare e di promuovere una maggiore alfabetizzazione previdenziale tra i lavoratori autonomi, per garantire consapevolezza e pianificazione. “Servono politiche pubbliche che aiutino le persone a capire cosa li aspetta tra venti o trent’anni. La cultura previdenziale è un dovere civico“.
Il panel si è chiuso con un messaggio chiaro: solo attraverso un dialogo costante tra pubblico e privato, e una governance orientata al lungo termine, l’Italia potrà garantire lavoro, previdenza e welfare equi e moderni alle future generazioni.
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